Colori che si imbevono nella catarsi del segno.
Trasmutazione dell’immagine che assume una nuova figurazione escatologica mantenendo nel flusso del molteplice l’ ”essere” dell’Uno.
EPIGENESI DEL SEGNO E DEL COLORE
L’opera non anticipa la possibilità, non predispone un ordinamento: è un insistere continuo sul lungo cammino della ricerca.
Un’ indagine sull’impasto cromatico e sulla modalità della stesura, al fine di coniugare le ragioni contingenti del soggetto con quelle della percezione.
Il segno, dapprima celato, viene attivato dalla processione del tempo che lo introduce nella trama.
La poetica di Luigi Brolese prende vita dal sedimentare dei colori che si imbevono del momento, assumendo, con il procedere delle campiture, una fisionomia sempre più netta.
Superfici dove si perdono le coordinate spaziali dell’alto, del basso e della profondità. L’intervento dell’artista elimina gran parte della massa cromatica e mette in luce il nucleo ideativo. Sulla tela le forme, rifiutando ogni naturalismo, si sviluppano seguendo una loro logica interna ed una grafia quasi organica, precede l’apparizione. Un amalgama unico che sfugge ad ogni conformazione e conferisce al dipinto un “pathos” avvolgente, collocandolo in una dimensione informale arcana.
Gli elementi di contorno, con il variare della luce e dell’ombra, modificano la loro essenza ed oltre la soglia metafisica si trasmutano. L’immagine vive in una nuova figurazione escatologica, mantenendo nel flusso del molteplice l’”essere” dell’Uno.
Colori che sono impulsi del pensiero e si accendono come lampi nel buio, indici del divenire, tracce dell’interiorità.
Segni che raggiungono un loro equilibrio come se il caos avesse un suo ordine e ci introducono in uno spazio-tempo che non ammette vincoli precostituiti o realtà codificate, imponendosi come metamorfosi alchemica.
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Luigi Brolese Entra in Athanor nel dicembre 2012. Nato a Crespano del Grappa (Treviso), risiede a Tarcento (Udine) in Via del Crocefisso, 11. Autodidatta, nella sua attività artistica si è confrontato con varie tecniche ed il suo linguaggio ha oscillato tra un deciso realismo ed una figurazione fantastica. Suo primo maestro è stato Guido Tavagnacco. Ha sviluppato un percorso in cui il soggetto viene semplificato e sublimato. Uno sforzo informale ma sempre legato ad una matrice figurativa. Una sintesi tra pensiero e materia, tra spazio e tempo. Eventi significativi figurativa, Tarcento, pittura, informale, artista, figurativo, figurativa, Luigi Brolese informale, artista, figurativo, pittura, informale, artista, figurativo, arte, contemporanea, figurativa, Luigi Brolese, Tarcento, pittura, informale, artista, figurativo, figurativa, Luigi Brolese, arte, contemporanea, pittura, informale, artista, figurativo, arte, contemporanea, figurativa, Luigi Brolese, Tarcento, pittura, informale, artista, figurativo, figurativa, Luigi Brolese, arte, contemporanea, arte, contemporanea, figurativa, Tarcento, pittura, figurativo, arte, contemporanea, figurativa, Tarcento, Tarcento,
EPIGENESIS OF SIGN AND COLOUR
Colours which are imbued in the catharsis of signs. Transmutation of the image which takes on a new eschatological representation keeping the existence of the “One” in the flow of a multiple reality.
His work does not anticipate a possibility, does not pre-arrange an order: it is a continuous pursuit along a path of research.
A research involving chromatic mixture and the ways of spreading colours in order to combine the contingent reasons of the topic with the modes of perception.
The sign, at first hidden, is activated by the process of time which blends it with the texture of the painting.
The art of Luigi Brolese is generated by the depositing of colours which are imbued in a moment and then take on a clearer appearance with the progress of backgrounds.
Surfaces where the space coordinates of the high, the low and the deep are dissolved. The artist’s work eliminates most of the chromatic matter and emphasizes the ideational nucleus. On the canvass the forms, rejecting every kind of naturalism, develop by following an inner logic, and the final appearance comes after al almost organic graphic quality. A unique blend which rejects any kind of definite structure and brings about an enveloping pathos on the painting, placing it in an uncanny dimension.
With the changing of light and shadows, the side elements alter their essence and are transmuted beyond the metaphysical threshold.
The image lives through a new eschatological representation, keeping the existence of the “One” in the flow of a multiple reality.
Colours which are impulses of thought and bright up as flashes in the dark, signs of change, traces of an inner substance.
Signs reaching a balance of their own, as if chaos had a hidden order, and leading us to a space-time dimension which does not admit of pre-arranged ties or coded realities, thus asserting itself as an alchemic metamorphosis.